La Gamification nel processo di reclutamento
Come può un gioco supportare gli specialisti della selezione del personale nella scelta del candidato più idoneo?
Negli ultimi anni, ricercatori e specialisti della selezione del personale hanno affinato alcune tecniche e introdotto nuove metodologie innovative strettamente correlate alla digitalizzazione aziendale al fine di facilitare i recruiter nel raggiungere più velocemente la rosa dei candidati migliori da invitare al primo colloquio di selezione.
Una di queste nuove metodologie è rappresentata dalla Recruiting Gamification.
Di cosa si tratta?
Evoluzione del recruiting
Durante gli ultimi 15 anni, abbiamo assistito ad una continua evoluzione sul fronte del recruiting dovuta, in gran parte, all’avvento della digitalizzazione aziendale unita alla crescente consapevolezza di recruiter ed Head-hunter che il candidato ideale non è necessariamente colei o colui che sa o sa fare meglio di altri, ma è soprattutto chi sa essere e, grazie a soft skills ben affinate e ad una forte motivazione, riesce a muoversi con maggior facilità e naturalezza nella sfera lavorativa quotidiana, integrandosi ed interagendo con disinvoltura e sicurezza con tutte le figure di riferimento, motivando ed incentivando la collaborazione al fine di ottenere il miglior risultato possibile dai progetti nei quali sarà coinvolto/a o di cui sarà responsabile.
Fatta questa premessa, è dunque facile comprendere come il mondo del recruiting sia in continuo fermento ai fini di una migliore resa in termini qualitativi e produttivi. Perciò, specialisti della selezione di tutto il globo sono (fortunatamente!) alla continua ricerca di metodi e strumenti innovativi volti a rendere più efficace il processo di selezione dei candidati e mirati a sostituire i rigidi e ormai obsoleti, vecchi metodi di selezione, con i quali le nuove generazioni (Millennials) faticano non poco a famigliarizzare.
Una di queste nuove metodologie è rappresentata dalla recruiting gamification. Si tratta di un’interessante pratica presa in prestito direttamente dal mondo videoludico e utilizzata già dai primi anni ’90 nel mondo della formazione e nel business coaching.
Nel corso dell’ultimo decennio, questo metodo è stato introdotto nel settore della selezione del personale partendo soprattutto dagli Stati Uniti. Aziende importanti come Google, Microsoft, L’Orèal, Marriot, Siemens, ecc. sono oggi fra i maggiori sostenitori del metodo in questione e contribuiscono in modo significativo all’implementazione continua del cosiddetto gioco della selezione.
Ma come può un “gioco” supportare gli specialisti della selezione del personale nella ricerca del candidato ideale?
Recruiting gamification: di cosa si tratta concretamente?
Si tratta a tutti gli effetti di un gioco proposto online per mezzo di specifiche applicazioni o piattaforme su cui i candidati vengono invitati a confrontarsi con sfide, test e quiz interattivi divertenti e competitivi al punto giusto, volti a mettere in evidenza soprattutto le reali soft skill dei partecipanti al fine di fornire ai recruiter una moltitudine di parametri e particolarità di ogni singolo candidato per valutarne oggettivamente aspetti come l’atteggiamento, il problem solving, la capacità di apprendimento e di reazione, le capacità analitiche, i valori, la visione e molte altre competenze potenzialmente utili all’azienda.
Come funziona e perché utilizzare il gioco nel processo di selezione?
Molto semplice! Il gioco si discosta notevolmente dai metodi di selezione tradizionali dal momento che proietta il candidato verso una situazione virtuale rilassata e piacevole, invogliandolo a partecipare alla selezione senza tutte quelle ansie tipiche del primo colloquio di lavoro.
L’impronta squisitamente ludica, ma anche competitiva, dettata dalla serie di prove che i candidati sono chiamati a superare, rispecchia in tutto e per tutto le modalità e le dinamiche tipiche dei videogiochi di ruolo o simulazioni di vita che troviamo online su pc e sulle console di gioco di ultima generazione.
Nello specifico il candidato verrà catapultato in un ambiente virtuale e dovrà cimentarsi con i più svariati compiti commissionati dagli NPG (personaggi virtuali non giocanti o giocabili) disseminati qua e là nelle varie mappe o sessioni del gioco. Per ogni azione compiuta o compito portato a termine con successo, il “giocatore” ottiene punti bonus che gli permetteranno di esplorare “aree di gioco” altrimenti non raggiungibili. Il tutto viene poi riassunto in un punteggio finale che permetterà ai recruiter di osservare e valutare i candidati in modo oggettivo prima di convocarli a colloquio.
I vantaggi per i candidati sono evidenti; svolgendo questi giochi il candidato si divertirà, avvertirà una piacevole sensazione di rilassamento e si sentirà più libero di esprimersi come meglio crede facendo così emergere più facilmente il proprio reale potenziale.
Per le aziende, questa soluzione innovativa rappresenta una reale opportunità per valorizzare la propria immagine agli occhi dei candidati che, a fronte di tanta buona innovazione, percepiranno positivamente la marcata impronta anticonvenzionale e fuori dagli schemi dell’azienda alla quale si stanno proponendo.
Un notevole vantaggio per le aziende nell’adottare questo strumento, consiste nel fatto che la recruiting gamification viene di norma utilizzata nelle fasi iniziali del processo di selezione, ovvero subito dopo la scrematura iniziale da parte del cosiddetto “algoritmo di selezione”. Ciò consente ai recruiter di risparmiare una notevole quantità di tempo (= denaro) nell’individuare la rosa dei migliori candidati in corsa per la posizione offerta.
Va inoltre sottolineato che questo metodo innovativo permette di valutare un numero potenzialmente infinito di candidati: la piattaforma svolgerà il lavoro di scrematura in tempi brevissimi e fornirà dati affidabili e oggettivi ai selezionatori, che avranno l’opportunità di decidere con molta più serenità quali candidati convocare al primo colloquio conoscitivo.
Conclusione – Al bando le banalità, usciamo dalla comfort zone!
Pensando ai Millennials e alla loro maggiore interazione con le nuove tecnologie rispetto alle generazioni precedenti, comprenderemo più facilmente quanto questo nuovo strumento di selezione del personale sia perfettamente adeguato ed in linea con i tempi e soprattutto con le loro aspettative.
Infatti, stando ai risultati emersi da una ricerca svolta dall’Istituto di analisi statunitense Gallup, riuscire ad “agganciare” i Millennials (nati tra il 1980 e i primi anni del 2000) è un fattore di vitale importanza per le aziende. Di fatto, nel 2025 questa generazione rappresenterà il 75% della forza lavoro mondiale.
Adottando metodi di selezione innovativi come la recruiting gamification, le aziende, non solo daranno prova di saper stare al passo con i tempi moderni, ma si assicureranno personale altamente professionale e forte di autentiche competenze e capacità, difficilmente sondabili nei classici colloqui di selezione durante i quali “si accettano”, purtroppo(!), le solite risposte preconfezionate ad hoc, preparate in anticipo e studiate a memoria dalla maggioranza dei candidati.
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