La Leadership al femminile
La recente pandemia ha acuito ulteriormente il problema poiché il lavoro da remoto è coinciso con le chiusure delle scuole e le donne si sono ritrovate a dover sopperire anche alle necessità dei figli.
Sul questo tema, vi suggerisco di leggere un bell’articolo di Helena Maria Viramontes, scrittrice e docente presso il College of Arts and Sciences della Cornell University, pubblicato lo scorso autunno sulla rivista National Geographic. Nata in una famiglia numerosa di origini ispaniche, la prima conquista di Helena Maria fu proprio all’interno del contesto familiare, dove la madre considerava con disprezzo il lavoro intellettuale e non remunerativo da lei svolto. Solo dopo il primo assegno, ottenuto a seguito della pubblicazione di un suo racconto la mamma si rese conto del valore della sua decisione.
Oggi è piuttosto complesso riuscire a conciliare sviluppo aziendale, sviluppo economico e sviluppo sociale.
E questa sfida la nostra società deve riuscire a vincerla per ottenere enormi benefici soprattutto grazie al riequilibrio di genere e allo sviluppo della leadership femminile.
Secondo un’ indagine effettuata da McKinsey la riduzione della disparità di genere “gender gap” sarebbe in grado di far raggiungere entro il 2025 un picco di 28 mila miliardi di dollari di PIL mondiale.
Come definire la leadership femminile?
La leadership è la capacità di una persona all’interno di un’organizzazione, di incarnare e saper trasmettere valori che motivano la squadra verso il raggiungimento di determinati obiettivi.
La donna ha sempre avuto minore accesso a ruoli di comando. Il voto femminile è arrivato solo cento anni fa, in Svizzera solo 50 anni fa, tuttavia, l’emancipazione è avanzata inesorabilmente in modo graduale, tanto che oggi è impossibile pensare alla mancanza di donne nella sfera pubblica e privata.
Nei ruoli di comando delle aziende, storicamente occupati da uomini, oggi si ritrovano diverse donne che danno prova di possedere tutte le capacità per poterli ricoprire.
Le qualità della leadership al femminile
- elevata socialità
- forte orientamento alla cooperazione
- attitudine al multi-tasking
- mentalità innovativa e flessibilità
- empatia
- inclusività
I vantaggi di un management femminile
Secondo una recente classifica di “Great Place to Work”, le aziende italiane più virtuose che stanno incoraggiando da tempo il lavoro femminile ottengono enormi vantaggi. In particolare, il 44% delle realtà lavorative che hanno donne nel top management figurano ai primi posti per serenità dell’ambiente lavorativo, migliore work-life balance, benefit e riconoscimenti.
Delle prime 20 imprese in graduatoria, 5 (ovvero il 25% del totale) hanno un CEO o un Direttore Generale donna.
La strada è sicuramente ancora in salita ma questi dati sembrano essere promettenti.
Coloro che si occupano di Risorse Umane e di organizzazione aziendale dovranno certamente continuare a lavorare in questa direzione: potenziare e consolidare una leadership al femminile in grado di fare la differenza nel perseguimento degli obiettivi aziendali.
“Il futuro del pianeta dipende dalla possibilità di dare a tutte le donne l’accesso all’istruzione e alla leadership. È alle donne, infatti, che spetta il compito più arduo, ma più costruttivo, di inventare e gestire la pace”
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