Ambiente di lavoro e produttività: quali sono le soluzioni più efficaci?
Da tempo ormai si monitorano i vari parametri che associano il luogo di lavoro alla redditività aziendale. Da molteplici studi risulta palesemente evidente quanto il livello di performance di ogni collaboratore risulti strettamente correlato all’ambiente in cui si svolge l’attività stessa, decretandone il grado di successo o l’insuccesso.
Alcuni di questi studi, in particolare la ricerca condotta da due illustri psicologi quali Alex Haslam e Craig Knight, hanno infatti evidenziato che ogni collaboratore raggiunge un risultato produttivo del 15% più elevato se lavora in un luogo pensato e strutturato secondo le proprie preferenze.
Ciò dimostra che più l’ambiente risulta essere familiare, più il collaboratore lavora in un clima di benessere e tranquillità raggiungendo risultati ottimali con più facilità.
Quali sono dunque i criteri ambientali da applicare in azienda per agevolare una maggiore produttività?
La situazione post-lockdown
Durante il periodo pandemico da Covid-19, alcuni studi hanno posto l’attenzione proprio sul rapporto fra luogo di lavoro e produttività facendo emergere quanto sia importante curare nel dettaglio alcuni aspetti del “setting” sul posto di lavoro con una particolare attenzione al benessere dei collaboratori. A causa del lockdown si sono dovute applicare soluzioni alternative, in parte anche molto innovative, per poter agevolare il più possibile il lavoro da casa.
A dispetto di quanto si potrebbe inizialmente presumere, durante questo periodo, è stato registrato un aumento della produttività pari al +1,5% grazie ad uno smart-working attento e adeguatamente concepito per incontrare i bisogni dei collaboratori senza intaccare il risultato operativo. I dipendenti hanno così potuto esercitare la propria professione in un ambiente familiare protetto in linea con le proprie abitudini e modalità.
In altre parole, l’aumento della produttività del singolo si è reso possibile grazie al fatto che, lavorando da casa, ci si ritrova immersi in un ambiente ricco di oggetti familiari e personali, in una zona “conosciuta” nella quale ci si sente più rilassati e, di conseguenza, ci si dedica ai compiti con un’attenzione maggiormente focalizzata e meno pressioni esterne.
Il comfort in azienda
Affinché i collaboratori si sentano a proprio agio e supportati sul posto di lavoro, sarà necessario porre l’attenzione su alcuni parametri volti a creare un clima sereno e motivante. Fra questi parametri possiamo menzionare:
- L’illuminazione dei locali. Ottimale sarebbe una luce più naturale possibile che filtri dall’esterno in modo discreto e non invasivo al fine di non affaticare la vista dei collaboratori.
- La qualità dell’aria. Una scarsa qualità dell’aria riduce in modo significativo la capacità di concentrazione e, subita in modo prolungato, produce un notevole calo di energia. In questi casi è altamente consigliabile misurare costantemente i livelli di CO2, l’umidità e favorire frequenti ricambi d’aria al fine rinfrescare l’ambiente e limitare le distrazioni e i malesseri del personale
- La scelta dei colori interni. In questo caso è dimostrato ampiamente che alcuni colori, meglio di altri, favoriscono la concentrazione e lo spirito di osservazione; ad esempio: il giallo, il verde, il blu e il celeste.
- I mobili e la loro disposizione nello spazio. L’arredamento deve essere quanto più possibile adeguato alla funzione del dipendente. Deve essere confortevole e funzionale (sedie ergonomiche, scrivanie elettriche rialzabili, ecc.).
È appurato che il comfort fisico dei dipendenti influisce particolarmente sulla loro performance in termini di produttività. Citando un recente studio di Alan Hedge (Professore presso la Cornell University) si evince palesemente quanto un ufficio arredato in modo “freddo” influisca negativamente sul grado di concentrazione del collaboratore e, di conseguenza, sul risultato raggiunto. Se gli stimoli ambientali come l’illuminazione, il riciclo dell’aria e la temperatura, la disposizione e la funzionalità del mobilio saranno pensati nel modo più ottimale possibile, il collaboratore sarà più motivato verso la ricerca di soluzioni, avrà uno spirito più propositivo e svolgerà le sue mansioni con più dedizione e meno affaticamento.
Allo stesso tempo è stato provato che lasciare ai dipendenti la responsabilità di personalizzare la propria postazione di lavoro secondo le proprie esigenze e il proprio gusto personale, porti concretamente ad un aumento della redditività e ad una maggiore predisposizione del collaboratore verso il cambiamento e l’innovazione. Perciò, coinvolgere i collaboratori nel miglioramento dell’ambiente di lavoro, risulta vantaggioso sia per i dipendenti stessi che per l’azienda.
… e la formula “open space”?
Gli uffici sono spesso concepiti e strutturati in ampi spazi aperti nei quali i dipendenti lavorano in modo autonomo alla propria postazione ma, allo stesso tempo, condividono lo spazio fisico con altri colleghi e con il responsabile diretto. In questi casi, si parla di ambiente “open space”.
Recenti studi hanno evidenziato quanto questa soluzione sia realmente poco efficace in relazione al rendimento sul lavoro. Da una parte, l’open space, permette un confronto e un aggiornamento continuo con i colleghi riducendo notevolmente i tempi di trasmissione delle informazioni, dall’altra parte però presenta alcuni indubbi limiti/pericoli che possono influire negativamente sull’efficacia del lavoro del singolo dipendente.
Di fatto, per nostra natura di esseri umani, siamo costantemente in stato d’allerta per quanto attiene all’ambiente circostante, di conseguenza, lavorando in uno spazio aperto, tendiamo a lasciarci distrarre più frequentemente da fattori esterni come, ad esempio, i movimenti fisici dei colleghi, le loro voci, le risate e le frustrazioni espresse ad alta voce. Inoltre, in questi spazi aperti, il collaboratore tende a sperimentare una sensazione scomoda e fastidiosa dovuta al fatto di sentirsi costantemente osservati e giudicati da chiunque si trovi a passare da lì o lavori alle postazioni adiacenti. Perciò, la formula open space è da annoverare fra le soluzioni meno efficaci allo scopo di incrementare il rendimento e la produttività dei dipendenti.
Conclusione
Una celebre citazione di Paul J. Meyer recita:
“La produttività non è mai frutto del caso. È sempre il risultato di un impegno volto all’eccellenza, all’organizzazione intelligente e a sforzi mirati.”
Riflettendo in termini di ottimizzazione dei processi aziendali, possiamo facilmente intuire che l’ambiente di lavoro, inteso come spazio fisico a disposizione dei collaboratori, abbia un impatto notevole sul rendimento e sulla produttività dell’azienda. Vale pertanto la pena di ottimizzare anche questo aspetto!
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