All’inizio del ventesimo secolo Stern fece conoscere al mondo il concetto di quoziente intellettivo, ma fu solo oltre vent’anni dopo che Wechsler rese questo concetto interessante.
Nel 1939 infatti creò il primo test d’intelligenza per adulti, e dieci anni dopo quello per bambini. In quegli anni i test d’intelligenza crebbero di fama, anche perché furono adottati dall’esercito per selezionare i soldati migliori. Dopo la guerra però il QI (Quoziente Intelligenza) perse d’importanza, anche perché in quegli anni nell’industria regnava il fordismo, che introdusse la catena di montaggio, per cui non si necessitava di personale particolarmente capace.
Dagli anni ’70 l’industria cambia, si passa al post-fordismo: femminilizzazione del mercato, nuove tecnologie e globalizzazione. Questo porterà a nuovi bisogni a livello di personale, e il QI ha ritrovato ad avere un ruolo importante, grazie anche alla psicologia differenziale che mostrerà il ruolo del QI nelle performance lavorative. Negli assessment tradizionali questo ambito viene però ancora oggi trascurato, in favore di altre competenze più “soft”… Abbiamo quindi deciso di reintrodurre nei nostri assessment (un assessment è un programma di esercizi e test mirati a delineare il profilo di competenze di una persona) un test sul QI, soprattutto per funzioni di responsabilità che richiedono velocità ed efficacia del ragionamento razionale.